La presidente Patrizia Bonardi sul caso del parmigiano che ha rubato il camion della Sirio per andare a Saint Tropez: «I nostri mezzi sono tutti provvisti di un rilevatore gps. Chi volesse tentare emulazioni verrebbe subito bloccato e ne pagherebbe le conseguenze”

“A Saint-Tropez? Se qualcuno ha intenzione di andarci compiendo un’impresa eroica, lo faccia pedalando su un grillo. Ovviamente, dopo averlo regolarmente noleggiato al parco Ducale. Sarebbe anche molto più ecologico. E poi, parcheggiato tra una Bentley e una Lamborghini davanti
al casinò, anche un grillo farebbe la sua bella figura».
Alla goliardia di Alessandro Mussi, il parmigiano sbarcato in Costa Azzurra al volante di un camion per la differenziata rubato mercoledì notte in borgo Santo Stefano, Patrizia Bonardi risponde con il sorriso sulle labbra. Una ironia, la sua, che non nasconde la preoccupazione che qualcuno
possa emulare il gesto del 53enne.

«Da giorni – prosegue la presidente di Sirio, la cooperativa sociale che gestisce la raccolta siamo subissati di richieste di spazzatrici in prestito per festeggiare il compleanno a Capo Nord o, più modestamente, per weekend fuori dalle righe alle Cinque Terre. Be’, c’è una bella differenza tra chiedere per scherzo uno strumento di lavoro e, sempre per scherzo, rubarlo. Cosa che non consiglio a nessuno, visto che tutti i nostri veicoli sono provvisti di gps che permette il rintraccio immediato: solo un aggiornamento del sistema ha impedito l’altra notte di bloccare subito il camion rubato».
La differenza è macroscopica, sottolineata tra l’altro dal codice penale. E infatti Mussi è finito sul registro degli indagati per ricettazione. Anche se lui non si stanca di sottolineare di averlo solo preso in prestito, l’Isuzu carico di plastica da riciclare: «Sono stato fermato dalla Stradale a Imperia,
mentre stavo rientrando dalla Costa Azzurra. Se l’avessi lasciato là, magari non mi avrebbe mai individuato nessuno. È evidente che volessi riconsegnarlo ai legittimi proprietari, magari dopo avergli fatto l’ultimo pieno».

Altri sono invece i «pieni» di cui si parla in questi momenti. Pieni di disagio. Da parte di Mussi c’è quello determinato da «anni di notti insonni, come sanno bene i vicini e il mio dottore, con i camioncini della differenziata che si fermano sotto le mie finestre a volte anche a lungo, senza mai spegnere il motore». Non a caso, chi la pensa come lui lo ha
soprannominato «Robin Rood». Per gli operatori di Sirio, invece, c’è quello per un servizio da svolgere tra mille difficoltà. «Da quella di organizzare la raccolta a seconda non solo dei luoghi, ma anche degli orari dei locali nelle varie zone della città» spiega Patrizia Bonardi. E poi c’è da convivere con il «popolo della notte», i cui atteggiamenti non sempre sono i più civili. «I nostri veicoli prosegue la presidente della cooperativa sociale – spesso sono presi di mira da chi, ubriaco marcio, sale in cabina approfittando del fatto
che l’operatore è sceso per caricare il cassonetto o i sacchetti, e non vuole più scendere. Facciamo molta fatica a svolgere il nostro compito. È più facile sentirsi ostacolati che agevolati durante il nostro servizio».

(Gazzetta di Parma – 10 settembre 2019 – intervista di Roberto Longoni)

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